Territorio
Paestum
L’area archeologica di Paestum – antica città nota anche come Pesto o Poseidonia in onore del dio greco del mare- ospita tre templi dorici, tra i meglio conservati della Magna Grecia. Si tratta dei templi di Hera, Apollo ed Athena, tutti risalenti al VI secolo a.C. Le massicce mura, estese per quasi 5 km, insieme ai resti delle 28 torri di guardia, e le quattro antiche porte d’accesso, sono il biglietto da visita che si incontra per raggiungere gli scavi. La parte centrale del sito è costituito dal Foro Romano mentre nel nord-ovest del foro si trova un piccolo anfiteatro romano. L’area, delimitata da mura ancora ben conservate, è stata riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità nel 1988. Paestum fa parte del comune di Capaccio, l’antica “Caput Aquae”, nel Cilento.
Scario
Da molti definita “una piccola perla incastonata in un paesaggio da sogno”, la frazione di Scario, nel comune di San Giovanni a Piro è situata all’interno dell’area naturale del Parco Nazionale del Cilento e le sue acque cristalline la rendono una meta turistica di grande interesse. Questa meravigliosa cittadina sul Golfo di Policastro gode di panorami di rara bellezza paesaggistica e naturale. Le spiagge di Scario sono splendide e fanno parte dall’area marina protetta degli Infreschi e della Costa della Masseta; dal porto di Scario è possibile raggiungere Punta degli Infreschi e da lì anche Marina di Camerota (non lontana); da non perdere, le tantissime grotte carsiche di cui è disseminata la costa così come le piccole cale raggiungibili solo dal mare.
Agropoli
Agropoli (Aruòpule in dialetto cilentano) è una cittadina di circa ventimila abitanti che affonda le proprie radici in epoca antichissima. Il suo nome deriva dalla posizione geografica, una “città alta” su un promontorio a picco sul mare. In età romana sul litorale dell’attuale S. Marco si sviluppò un borgo marittimo chiamato “Ercula”, utile approdo per servire la vicina città di Paestum che aveva problemi di insabbiamento del porto. Nel VI secolo i Bizantini fortificarono questo sito, dandogli il nome di “Acròpolis”. Dopo secoli di alternanza tra la dominazione bizantina e quella saracena, dal 1660 al 1806 il feudo di Agropoli appartenne ai Sanfelice. Solo nel corso dell’800, venuto meno l’incubo delle invasioni, Agropoli inizia l’espansione oltre l’antico borgo entrando nella modernità.
Castellabate
Il Borgo Medievale di Castellabate è arroccato su una collina a 280 metri sul livello del mare, in una posizione davvero affascinante dalla quale domina la costa che si estende tra i promontori di Licosa e Tresino. La storia del borgo inizia nel 1123, quando Costabile Gentilcore ottenne il permesso di far costruire una fortezza per difendere la popolazione dai pirati saraceni. A ridosso della fortezza, che venne chiamata “Castello dell’Abate”, furono costruite le prime case e, via via, tutto il borgo, anticamente chiuso da cinque porte d’accesso. Il centro storico si caratterizza per vicoletti e scale, intervallati da scorci che lasciano senza fiato il visitatore. La “Piazzetta” offre un bellissimo panorama sulla vallata dell’Annunziata e si pone come il foro naturale di Castellabate.
Licosa
È il luogo del mito e dell’incanto: Omero nella sua Odissea ne cantò le bellezze e narrò la storia di tre sirene, una di queste di nome Leucosya, che tentarono invano di ammaliare Ulisse. Mito a parte, Licosa è un luogo d’incanto per la bellezza del paesaggio: scogliere ripide e a tratti digradanti verso il mare, unite alla flora tipica della macchia mediterranea, rendono questo posto unico al mondo. Il territorio è in gran parte di proprietà della famiglia Granito di Belmonte, che possiede anche il palazzo situato nei pressi del porticciolo. A pochi metri dalla costa c’è l’isolotto di Licosa, che era collegato alla terraferma probabilmente fino al IV secolo a. C. e dove esistono tracce evidenti di un insediamento romano.
Acciaroli
Acciaroli una tra le località più belle del nostro territorio. La purezza del mare in questo tratto di costa è “certificata”, infatti la frazione di Pollica è da oltre un decennio insignita della Bandiera Blu per la qualità delle sue acque. Il porticciolo di Acciaroli è il regno dei pescatori del piccolo borgo marinato che, si racconta, ispirò Hemingway per il suo capolavoro “Il Vecchio e il Mare”. Le prime notizie di “aczarulo”, probabilmente derivato da “lazzarolo” (arbusto simile al biancospino) risalgono alla metà del XII secolo. Acciaroli è sempre stato un importante snodo commerciale costiero (fino al XIX secolo fu sede di Dogana) ed è la località più nota del territorio comunale per via dell’importante porto turistico e delle tante strutture ricettive presenti.
Tresino
Il circuito del Monte Tresino è uno degli itinerari più suggestivi del Cilento costiero. Dal piazzale del parcheggio della spiaggia di Trentova, a sud di Agropoli, c’è una strada che parte da sud-est in leggera salita e parallela al mare. Dopo circa 1.5 km il percorso sbuca in un pianoro, dove si trova una masseria abbandonata, chiamata “Casa dei buoi”, affacciata sul mare. L’edificio poggia sui resti di una villa romana. La piccola spiaggia, poco distante dalla masseria, segna l’inizio del territorio di Castellabate, mentre tutta l’insenatura è detta “del Sauco”. Da qui in poi il territorio prosegue in salita per circa tre chilometri, con un bel panorama verso la scogliera, la baia e la spiaggia del Lago e Santa Maria di Castellabate.
Fiume Bussento
L’Oasi è stata creata nel 1985 allo scopo di proteggere il ricco ecosistema di quest’area del Bussento. Protagonista assoluto di quest’Oasi è proprio il fiume Bussento, che scompare nelle viscere della terra per riemergere nelle grotte di Morigerati, che si raggiungono lungo il percorso dell’area protetta. L’Oasi è il progetto di conservazione più importante del WWF Italia e rappresenta l’intervento concreto in difesa del territorio naturale e della biodiversità. Creata nel 1985, ha una estensione di 607 ettari. È un’oasi di protezione della fauna, soggetta a vincolo paesaggistico ed idrogeologico. La gestione è diretta, in convenzione con il comune di Morigerati. E l’abitato è adagiato sulla sommità di una rupe che domina l’Oasi WWF della grotta di Morigerati.
Palinuro
Il promontorio di Capo Palinuro è uno strapiombo di roccia calcarea alto circa 200 metri. La sua particolarità è quella di essere stato scavato dal mare, che ha dato origine anche alle suggestive grotte che si estendono tutt’intorno al promontorio. Fascino, natura e mito si fondono mirabilmente in questi luoghi, già cantati da Virgilio nell’Eneide. In totale si possono contare ben 32 grotte di cui la più importante è la Grotta Azzurra, a cui si accede via mare, caratterizzata dal colore azzurro brillante dovuto alla presenza di un sifone che permette l’irraggiamento della luce solare all’interno. Spettacoli di luce e colori, stalattiti, ritrovamenti archeologici è tutto un susseguirsi di emozioni, culminanti in un bagno in un mare cristallino ed incontaminato.
Policastro
La maggiore frazione e borgo più popoloso del comune di Santa Marina. L’attuale frazione di Policastro era sorta presso la foce del fiume Bussento come colonia greca di Rhegion (Reggio Culabria) come base strategica per i commerci. Poco fuori dall’abitato si possono scorgere ancora i ruderi dell’antico acquedotto che un tempo garantiva l’approvvigionamento idrico della città. In pochi minuti, è possibile raggiungere l’abitato di Santa Marina, percorrendo una stradina ripida che si diparte dal centro di Policastro. Santa Marina, sede del Comune di Policastro, intorno al X secolo era luogo di rifugio degli abitanti di Policastro che cercavano scampo dagli attacchi dei saraceni e dalla malaria che affliggeva la foce del fiume Bussento.
Rio di Casaletto
Il fiume che dà origine al luogo maggiormente suggestivo di Casaletto Spartano: “Il Capello”. Tale località si inserisce in un complesso sorgivo contraddistinto da un elevato valore ambientale e prende il nome dalla cascata “Capelli di Venere”, la cui denominazione deriva dalla rigogliosa crescita della pianta Capelvenere. In prossimità del corso d’acqua si trova anche un mulino ben conservato e un rudere denominato “Sorgitore”, che consente la deviazione delle acque provenienti dalla sorgente che origina presso la località Melette, così che una parte delle acque alimentino il mulino e la restante parte vadano a finire nel fiume. Il Capello ha diversi percorsi interni che consentono di visitare luoghi panoramici che il corso d’acqua crea lungo il suo tragitto.
Caselle in Pittari
Caselle in Pittari sorge su una conca del fiume Bussento nel Cilento meridionale. Il paese è sorto nel medioevo a opera di abitanti del golfo di Policastro. Il principale edificio religioso di Caselle è la Chiesa di Santa Maria assunta in Cielo. Il territorio è inoltre ricco di bellezze naturalistiche e archeologiche: il “Bosco Ficarola”, popolato da alberi di castagno e ontano napoletano con un ricco sottobosco, il “Fiume Bussento”, che si arricchisce delle acque di 13 sorgenti dette “le 13 fistole”, il lago artificiale in località Sabetta, ricchissimo di pesci di acqua dolce. Di notevole interesse sono le zone archeologiche rinvenute in località Lovito e in località Citera e imperdibili anche le suggestive grotte di San Michele, dell’Angelo e di Orsivacca.
Velia
L’antica città di Elea, che deriva il suo nome dalla sorgente locale Hyele, fu fondata intorno al 540 a.C. da un gruppo di esuli in fuga dalla città greca di Focea, nell’attuale Turchia, assediata dai Persiani. La città, nota nel V secolo a.C. per aver dato i natali ai filosofi Parmenide e Zenone, raggiunse un periodo di grande sviluppo in età ellenistica e nell’età romana quando il suo nome fu modificato in Velia. Nel Medioevo l’abitato si ritirò sull’Acropoli dove fu costruito il piccolo borgo di Castellamare della Bruca le cui strutture si sovrapposero a quelle antiche e dove, tra l’XI e il XIV secolo, fu realizzata la grande torre cilindrica che ancora oggi costituisce il segno distintivo del paesaggio velino. Tra i principali monumenti è possibile ammirare la celebre Porta Rosa.
Certosa di Padula
La Certosa di San Lorenzo, risalente agli inizi del Trecento e poi restaurata nel XVI secolo, fu fondata da Tommaso Sanseverino, signore di Teggiano e feudatario del Cilento. Si estende su di una superficie di 50.000 mq ed è uno dei complessi religiosi più importanti d’Europa. La sua struttura originaria risale al Trecento, mentre gran parte dell’assetto attuale risale al XVI secolo, quando fu notevolmente ampliata. La certosa colpisce per la sua ampia corte esterna, per la sua Chiesa, contenente opere pittoriche di grande pregio e per i vari edifici presenti al suo interno. La visita alla certosa termina con il grande giardino della clausura, di grande suggestione. All’interno della Certosa ha sede il Museo Archeologico Provinciale della Lucania Occidentale.
Teggiano
Arroccata sulla sommità di una collinetta posta sul versante occidentale del Vallo di Diano, Teggiano evoca già da lontano la posizione strategica avuta nel corso dei secoli. Esistente, forse, già in epoca greca e lucana, e sicuramente in epoca romana, durante il Medioevo assunse, col nuovo nome di Diano, un ruolo predominante in tutta la vallata, tanto che la potente famiglia Sanseverino vi costruì il castello per farne l’estrema roccaforte in caso di pericolo. A prescindere dall’impressionante ricchezza artistica contenuta in nove delle quindici chiese teggianesi visitabili, il paese è un importantissimo centro medioevale situato su una collina che si erge quasi isolata nella pianura sottostante del Vallo di Diano. È Patrimonio UNESCO.
Eboli
Eboli, nella Zona Sele, ha un clima mite, dolci colline ricche di storia, lembi di natura incontaminata e suggestivi corsi d’acqua, e soprattutto una pianura ricca e fertile, in cui si producono pregiati prodotti alimentari (mozzarelle, carciofi, fragole). La posizione favorevole fra la costa salernitana e l’entroterra nella Piana del Sele offre la possibilità di passeggiare lungo i sentieri collinari di San Donato, inseriti nella catena dei Monti Picentini, dove è presente il Parco naturale di Eboli e nascono le sorgenti principali del fiume Sele. che scorre attraverso le colline di Contursi, Campagna e Serre. Il viaggio culturale e archeologico alla scoperta della città prosegue con il Museo Archeologico Nazionale di Eboli e della Media Valle del Sele sito nel Complesso Monumentale di San Francesco.